Sì, una volta

Ero una ragazzina timida ed andai in vacanza a Marina di Camerota con degli amici di famiglia che hanno due figli, Alma, poco più grande di me e Carlo, più piccolo. Una notte parlavo con Alma e le dissi che la sorellina di un certo Francesco, con il quale c’era credo una certa simpatia reciproca, era terribile, ma lo dissi con innocenza, non lo pensavo sul serio e le volevo bene, spesso giocavo con lei, la spupazzavo. Sentii le voci degli appartenenti alla comitiva dire e riferirsi tra loro: “Valeria ha detto che Gianna, un nome di fantasia perché stranamente non ricordo il suo nome, è terribile”. Caspita dissi tra me e me, qui non si può nemmeno respirare che lo vengono a sapere tutti?

Fu una vacanza bellissima, tantissimi bagni in un mare 🌊 stupendo, un giorno un’onda mi scaraventò sui sassi e mi spaventai, però fu solo un momento di paura 😱 mi accorsi di avere riportato una piccola ferita alla testa, mi era uscito un po’ di sangue dalla tempia. Si lavavano a turno i piatti ed io mi offrivo sempre volentieri, mi è sempre piaciuto lavare i piatti e li lavavo molto bene, tanto che mia cugina Teresa, quando eravamo in vacanza in montagna ⛰️ a Zumzeri, in Lunigiana, diceva ridendo che quando lavavo i piatti io brillavano, non a caso sono la figlia di Anna, un nome una garanzia, lei sì. Insomma, mi sentii terribilmente in colpa per aver detto quella cosa e non sapevo come uscirne. Pensai che mi avrebbero addirittura processata e che avrei potuto subire una condanna. Francesco, il fratello, non sembrava avercela con me, ma alcuni una sera mi tesero un agguato e volevano che confessassi. Credo di aver rimosso parte dei ricordi.

Sono però scolpiti nella mia memoria i paesaggi meravigliosi, il mare stupendo, le passeggiate, una sessione di trekking, nel corso della quale mi venne anche il ciclo e ricordo che indossavo un costume giallo con delle righe vezzose, slip con laccetti e reggiseno abbinato, di sicuro lo aveva scelto papà, il mio consulente di moda, mio fratello approvò il vestito dei miei diciotto anni, facendo un gesto come per dire che ero un bel bocconcino, me lo disse papà, io non me ne ero accorta. Lo aveva fatto apposta a non farsi vedere da me. Le partite a biliardino, i gelati, le docce, le corse, una sfilza di bei ricordi, a parte quella frase che avrei tanto voluto non pronunciare, anche se si capiva benissimo, Vostro Onore, che meritavo un’assoluzione con formula piena, che non sono affatto certa mi fosse stata riconosciuta…..pazienza.