Un intero giorno senza pubblicare

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Ho la testa che mi rimbomba per la stanchezza, sono esausta e non riesco a riposare. Ho sempre avuto il brutto vizio di combattere in prima linea, non mi sono mai tirata indietro di fronte alle difficoltà. Mi sento stordita per la stanchezza, mi sembra di non capire più niente. Ma sono in ballo e devo ballare 💃 non so se manchi poco o tanto. So solo che mi vengono i brividi al pensiero di quanto abbia sofferto e stia soffrendo la mia mamma. Vederla in terapia intensiva mi ha segnato, non ho accusato subito il colpo, l’ho realizzato dopo. Ho cercato soluzioni pratiche e mi sono concentrata sul da farsi, cercando di non pensare ad altro. Oggi ho fatto una lavatrice e mi è piaciuto, mi mancano anche questi piccoli gesti quotidiani. Un giorno di tregua ci voleva, ne seguiranno degli altri.

Forte e fragile, insicura e decisa, vado avanti per la mia strada senza preoccuparmi di pensare alle definizioni, faccio quello che posso. A volte mi sembra di non fare nulla, vorrei fare di più. È che ho proprio un problema con la sofferenza degli altri, preferisco affrontare la mia, almeno quella la so gestire.

Mi dispiace di non riuscire ad essere presente, non riesco a leggervi e a seguirvi come vorrei, ma vi penso ad uno ad uno e mi sembra di essere ogni giorno con ciascuno di voi. Tornerò ad essere presente. Abbiate cura di voi, la vita è una, bellissima e preziosa e sicuramente non è un dono da sprecare, nemmeno quando ci fa disperare. Vi abbraccio con affetto. Ho portato alla mia mamma i vostri cari saluti, ha fatto un gran sorriso, vi ringrazia e vi saluta. Vorrei solo che potesse tornare presto alla vita di prima. Cerco di essere fiduciosa e di procedere a piccoli passi, senza fretta, seguendo la teoria del kayzen, non è una parolaccia. È la teoria dei piccoli passi. In buona sostanza, anziché ingranare la marcia e partire in quarta, è meglio procedere lentamente e per gradi, anche per non spaventare l’amigdala, una parte del cervello. Siamo abitudinari, non tutti certamente. È normale avere paura, purché non ci si faccia imprigionare dalla stessa. Mi sento come una maratoneta che non riesce a fermarsi, ma è bene riprendere fiato.

“Getta il cuore ❤️ alla sbarra, il corpo seguirà.”

Norman Vincent Peale

Buonanotte ai sognatori, i suonatori sono impegnati a suonare. A presto miei cari, sogni d’oro per voi in quantità industriale. 🌟🌟🌟🌟🌟

Dal web

Pubblicato da valy71

Sono appassionata di scrittura da sempre, cerco il mio posto nel mondo ed è proprio per questo motivo che ho deciso di approdare qui. La parola chiave del mio Blog è decisamente l'Amore, l'amore per la vita, in tutte le sue forme e nelle inevitabili diramazioni che la vita ci impone. La vita ci insegna anche quello che non vorremmo mai imparare, lo ripeteva spesso una persona che ho amato tanto, con tutto il cuore, una donna meravigliosa che ora ci osserva e ci protegge da lassù e sono certa che mi voglia bene, come io ne voglio a lei, la amerò per sempre, anche se il destino, che davvero ha molta più fantasia di noi, ha deciso di separare, per così dire, le nostre strade, ma per volersi bene, non basta che amarsi, anche se non ci si vede e non ci si sente più. Il mio dolce saluto arriva fino a lassù e la raggiunge. Le auguro di riposare in pace e di trovare quella felicità che nella vita ha saputo assaporare, nonostante le mille difficoltà che ha incontrato e superato brillantemente. Non fu subito amore a prima vista tra noi, ma abbiamo imparato a volerci bene e a rispettarci. Dove c'è rispetto, c'è amore! Valeria D'Andrea

81 pensieri riguardo “Un intero giorno senza pubblicare

  1. Lascia stare che noi siamo in due e sul nostro sito personale non pubblichiamo da domenica… Scriviamo giorno per giorno, centelliniamo, perché le storie di fantasia sono belle da scrivere quando ti ci diverti ed è una settimana che siamo stanchi morti! Chi per una ragione chi per quell’altra!

    Poi WP ci mette pure il daily prompt in home page ma lo psicoblog non è il nostro genere e quando troviamo roba “scrivi a te stesso” o “di te stesso” passiamo oltre!!!

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      1. Guarda Valy, ero curiosa sul significato di questo termine, e siccome tu sei perfetta come sei, non pensavo potessero esserci blogger che scrivessero ad altri blogger ciò che si può o non si può scrivere. Giudice e giuria…🤔

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      2. Ti ringrazio Low, mi hai fatto morire dal ridere! 😄😄😄
        Dicono che non ho capito, dunque sono scema, che ho frainteso ed è opinabile. Insistono che li ho trattati malissimo e che continuo a trattarli male, che loro volevano sostenermi ed io non l’ho compreso perché, a quanto pare, sono irrimediabilmente stupida, ahimè. Avrei dovuto chiedere spiegazioni. Sono perplessa! 🤔
        Se la cosa non fosse triste 💔 potrebbe sembrare perfino comica, ma mi dà veramente fastidio 😑 passare per quella che non sono. Boh. Credo che mi appellerò al quinto emendamento! È l’unica.
        Un abbraccio mia cara Low e grazie 🖤

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      3. 😁😁😁😁 Io, quello che dovevo esternare, l’ho esternato…è un periodo che mieto blog a tutto spiano. Non accetto queste robe. Il silenzio è sempre meglio. Non gradisci ciò che scrivo? Cambia post e autore, ma senza apporre commento.

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      4. Non è un termine generale ce lo siamo inventati per indicare quando ci si “psicanalizza” in un blog; non è una cosa negativa di per sé anzi il blog è nato proprio come diario personale condiviso (ossimoro) ed è un buon punto di riferimento per consentire a persone con gli stessi stati d’animo, di sentirsi vicine.

        Però salvo rare eccezioni non siamo portati per scrivere il diario di noi stessi, e preferiamo bloggare in altro modo.

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      5. Ah, io ieri vi ho trattato malissimo? Ma avete consapevolezza di quello che scrivete? Voi pensate di esservi comportati bene? Io sono stata fin troppo di manica larga, se non vi piace quello che scrivo, liberissimi, ma almeno non continuate a scrivere commenti. Per dimostrare poi che cosa???

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      6. Ci hai trattati male e continui a farlo. Perché ieri noi volevamo sostenerti e tu hai capito il contrario. Volevamo scrivere non contro di te ma contro quelli che ti schifano comportandosi come gli animali che sporcano, quando invece se un contenuto non gli piace, possono passare oltre senza manifestare uno spregio del quale non interessa all’autore del blog, né tanto meno ai suoi altri lettori.

        Almeno invece di aggredirci potevi dirci “non ho capito: vi riferite a me? Se così avete sbagliato su tutta la linea oppure spiegatevi meglio”.

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      7. Vi state arrampicando sugli specchi. Potevate spiegarvi meglio o non spiegarvi affatto e passare oltre. Io non ho trattato male nessuno. Siete voi che continuate ad insistere inutilmente. In più mi dite che non ho capito e che vi ho frainteso. Sarei contenta di chiuderla qui. Avete uno strano modo di sostenere. La mia sensazione è che vogliate in tutti i modi dimostrare di avere ragione. Io non ho interesse a continuare questa discussione che avete cominciato voi e solo voi. In più la state portando avanti. Buone cose.

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      8. Più di chiarire la nostra posizione e spiegarci, cosa dobbiamo fare? Continui a vedere da parte nostra un disprezzo che NON abbiamo MAI avuto intenzione di darti. Non ci capiamo, probabilmente è colpa nostra che scriviamo da culo. Pazienza!

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      9. Siamo diversissimi, anzi agli antipodi, nei modi. Nella comunicazione. E questo può creare delle barriere enormi provocando divergenze anche quando la pensiamo allo stesso modo. Ma alla fine tanto diversi non siamo, sai?

        Tutti e tre, in un modo o nell’altro, sappiamo cos’è la sofferenza. Quella grande, quella che ti cambia la vita e ognuno a modo proprio l’affronta.

        E alla fine è questo l’importante: riuscire a cadere in piedi nonostante gli imprevisti che la vita ci regala.

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      10. Siamo sulla stessa linea allora! Ci siamo solo capiti male in un momento di cattivo umore per tutti. ✌️☮️🕊️

        Passerà questo periodaccio!

        Noi probabilmente siamo nati respirando l’aria dell’ufficio complicazione affari semplici, perché se anziché la metafora degli animali che sporcano ti avessimo scritto: “non ti curar di loro, ma guarda e passa”… Probabilmente avremmo evitato di scontrarci.

        Abbiamo capito però una cosa: nella scrittura probabilmente non ci comprendiamo ma siamo tutti e tre con un carattere super determinato. E abbiamo tutti alle spalle un sacco di eventi molto dolorosi per i quali ci si è dovuti costruire la corazza.

        Da qui, ti crescono gli spigoli e la diffidenza perché sono le uniche difese per non cedere.

        Un abbraccio se lo accetti altrimenti … ci scusiamo un’altra volta e ci leghiamo le mani dietro la schiena.

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      11. Ognuno di noi ha vissuto qualcosa che lo ha cambiato per sempre. Fa parte della vita. Vorrei chiudere questo capitolo in pace. Indubbiamente avete fatto il possibile per chiarire, questo lo apprezzo.
        Più di questo non riesco a dire, non perché sia una persona dura, ma sto vivendo un momento terribile che non auguro a nessuno.

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      12. E noi infatti non ci siamo arrabbiati perché conosciamo le reazioni come quella che hai avuto tu: non è odio, è DIFESA.

        Quando il dolore ti assale talmente forte, che basta la minima sollecitazione per scattare come molle. Esperienza vissuta più volte, sia subirla sia esserne noi la causa. Anche tra noi due (elettrona e gifter) se andiamo noi sulla difensiva uno con l’altro, finiamo anche settimane senza parlarci!

        Dopo però nel nostro caso, possiamo esserci fatti un sacco male, ma abbiamo un’amicizia talmente solida e preziosa che ancora nulla e nessuno è riuscito a distruggerla, perché nessuno di noi ha mai voluto buttare tutto all’aria; conflitti sì, anche pesanti, ma la bomba atomica? Anche no! Non conviene a nessuno.

        Figuriamoci se vorremmo fare a pezzi un contatto tra blogger su cui (almeno per il momento) non sussiste alcuna confidenza, ma solo la condivisione occasionale di spazi comuni e confronto. Proprio perché non ci si conosce abbiamo avuto una divergenza! Risolta. Buona notte.

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      13. E comunque per concludere, noi con te NON siamo arrabbiati e ci spiace se hai frainteso il nostro approccio scambiandolo per quello di un odiatore. E la colpa di tutto ciò non è la tua, ma di tutti gli odiatori che ci sono in giro per i quali esser diffidenti è il minimo sindacabile, di cui noi però NON facciamo parte. Noi non disprezziamo gli altri, figuriamoci poi se sono blog personali che trattano temi delicati.

        La blogosfera è per tutti. A noi e te è successo di trovarci, fraintenderci, scontrarci, abbiamo capito che non ci capiamo. Pazienza. Arrivederci.

        Tenevamo a dirti che non ce l’abbiamo con te, perché seguiamo dei blog in comune e può capitare di incrociarci ancora negli spazi discussione; ecco, non scontriamoci più.

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      14. Siamo stanchi di ripeterci. Ci siamo spiegati e scusati, tu continui a considerarci odiatori, noi continuiamo a non avere alcun motivo per odiarti. Primo perché non ci conosciamo, secondo perché non capirsi su internet son cose che accadono, terzo perché anche qualora si litigasse al mondo frega meno di zero.

        Siamo tra blogger che non si sono capiti.

        Finisce qui. Poi magari tra un bel po’ di tempo capita che ci troviamo casualmente allo stesso tavolo alla sagra dello gnocco al ragù senza sapere chi è uno chi è l’altro… E ci mettiamo a parlare di poesia come nulla fosse dopo esserci da anni dimenticati dei blog. Chi può saperlo?

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      15. Addirittura il maiuscolo! Così mi fate paura! Guardate, non sono amante di etichette affibiate, lo scorso mese c’è stato “pornografia del dolore” come termine non dispregiativo, ma scritto in un post e non in un commento sotto un post di una persona che parla quotidianamente della sua vita, aprendosi con sincerità e umanità straordinaria al mondo. Si può fare a meno di commentare. Tutto qua. Astenersi, passare oltre…in silenzio. Tutto qua. Mi piacevate anche parecchio come blogger…

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      16. “mi piacevate”… perché, abbiamo iniziato a farti schifo? 🤣🤣🤣

        Scherzi a parte… Il fatto è che ci dispiace quando qualcuno considera negativo qualcosa che di fatto non lo è; in quanto alle “etichette” vorremmo spiegarti il nostro punto di vista:

        Chiaro che se usi l’etichetta fr… insomma quella parola dispregiativa di “omosessuale” non hai dubbi sulla sua natura perché “f-r-o-c-i-o” originariamente vuol dire “floscio, molle, senza forza” rimarcando lo stereotipo maschilista secondo cui un uomo omosessuale sia privo di forza fisica e “pisellica”… Di conseguenza, quella parola lì, non va usata nemmeno come scherzo perché nessuno si deve permettere di dare a un altro del rammollito! O della “femmina di maiale, scrofa” rimarcando la sporcizia dell’animale in oggetto, chiamando una donna tr…

        rimanendo su “psicoblog”, è un tag che abbiamo inventato nel nostro blog per indicare quei nostri post che parlano di sensazioni personali; noi ne mettiamo pochi ma almeno catalogandoli così uno se vuole li trova tutti. Allora abbiamo pensato di usarlo per esempio quando nella home dell’app mobile jetpack, che usiamo per scrivere, nella sezione richieste arriva la domanda giornaliera tipo: “cosa ti annoia?” “Cosa ti rende ansioso?” “Cosa consigli a te adolescente”, ecc. Quelle che hanno il tono dell’introspezione invitando il blogger a parlare di se stesso, poi che lo faccia o non lo faccia è sempre il blogger a deciderlo! Nessun altro!

        Non abbiamo letto il post dove è menzionata la “pornografia del dolore” ma se usato per rivolgersi a una persona che ha aperto un blog per parlare delle proprie esperienze dolorose, quel termine più che “dispregiativo” è INOPPORTUNO. Perché la vera pornografia del dolore è per esempio quando arrivano i turisti a visitare un luogo coinvolto in un caso di cronaca. Tipo quelli che andavano a vedere il paese dove è morta la ragazzina, Sarah Scazzi. O si fanno i selfie davanti a un incidente (o davanti alla bara di Costanzo), ecco, quella.

        Anche noi credevamo che le etichette non servissero invece in certi casi servono e come!

        Va bene. Il “femminicidio” sempre omicidio è, ma per quanto brutta sia quella parola, non è stata coniata per il _tipo_ di omicidio ma per il _movente_. Una donna uccisa per rapina non è femminicidio, una che invece viene uccisa perché il sedicente “maschio alfa” la ritiene una sua proprietà, è femminicidio: lei è stata uccisa in quanto secondo l’omicida, lei come donna non aveva diritto di reclamare la propria libertà.

        Idem per quello che ci tocca da vicino: omofobia, sierofobia, abilismo. D’accordo che il risultato è identico, delle persone per motivi diversi vengono emarginate. Però dare un nome a qualcosa, è un modo per saperlo riconoscere.

        Dopo bisogna vedere, non abbiamo una posizione netta su eventualità di tutelare maggiormente con la legge una discriminazione piuttosto che un’altra. Non abbiamo la certezza che introdurre aggravanti per omofobia, misoginia, abilismo, e mettiamoci anche sierofobia, sia efficace. Se uno ti discrimina perché hai l’HIV (sierofobia) non è più o meno spregevole di chi lo fa perché sei americano (xenofobia). Chi discrimina è sempre e comunque una persona senza rispetto.

        Ma identificare un determinato comportamento nel bene o nel male, serve a noi per capire chi abbiamo a fianco e come affrontare la situazione! Se uno è accogliente verso qualunque gruppo di persone ma se sapesse che uno ha l’HIV scapperebbe a gambe levate, perché non spiegargli che la sua è sierofobia e cercare di fargliela in qualche modo superare? Con la filosofia dello “zero etichette” lo si bollerebbe come persona “ignorante/paurosa/spregevole addirittura” senza dare alcuna possibilità di dialogo. Poi, oh, c’è chi non dà possibilità di dialogo lo stesso classificando LE PERSONE anziché i comportamenti, e quello è sbagliato comunque.

        A proposito di “etichette” poi ci è rimasta in mente la citazione di una fiction che abbiamo entrambi guardato anche se, all’epoca, non ci conoscevamo e abbiamo scoperto discutendo proprio su questo, di averla amata. “Terapia d’urgenza” si chiamava e l’avevano messa in rai nei primi 2000.

        Era l’ultima scena: mamma di un bambino deceduto in ospedale, la signora era impazzita dal dolore e ha puntato una pistola contro dottoressa e infermiera con queste parole:
        “Una donna che perde il marito è vedova! Un figlio che perde la madre è un orfano! Ma quando una madre perde un figlio? Non è NIENTE! NIENTE! Neanche esiste un nome, per lei. Che tutele ho io!”

        Ecco.
        E anche qui. Una coppia in cui uno dei partner è HIV positivo e l’altro negativo, si chiama coppia sierodiscordante. Non è un modo per dare un attributo di “superiore” o “inferiore” ma se tipo vai dal ginecologo e vuoi affrontare una gravidanza gli spieghi “siamo una coppia sierodiscordante” poi sarà il dottore a chiedere “positiva lei o positivo lui?”
        Poi oh, noi diciamo “coppia magnetica” quello è un altro discorso.

        E giusto per, non siamo noi la coppia in questione. Noi siamo magnetici sì, positivo e negativa ma la coppia magnetica è il Gifter e suo marito.

        Elettrona e Gifter

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      17. Grazie della spiegazione. Mi piaceva molto l’idea dei racconti che partono da un fatto e si sviluppano in fantasia, ma dietro ai blog ci sono persone vere, che combattono cosa? Alcune volte non ci è dato sapere, altre il blog è chiaro, ma ciò che mi ha fatto rizzare il pelo è proprio il fatto di commentare e etichettare Valy: era sufficiente passare oltre. A casa di Low tutti sono persone e basta: depresse, con l’HIV, religiose, atee, con orientamenti sessuali diversi, solo persone.
        Anche io uso la nuova app e la prima cosa che ho fatto è eliminare la domanda, perché di etichette ne ho subite molte, pur non affibiandole agli altri.
        Accetto il punto di vista che avete spiegato, ma non lo condivido minimamente. Vi lascio un mio post decisamente recente per spiegare il mio di punto di vista:

        Etichettati come i barattoli nella credenza

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      18. Ciao, ribadiamo per l’ennesima volta che non abbiamo mai avuto l’intenzione di etichettare LA PERSONA, ma soltanto le domande che ci pone l’applicazione! Nulla di più, nulla di meno.
        Sulle persone abbiamo lo stesso identico punto di vista al tuo: incasellare non ha senso.

        Casomai, sono le esigenze che possono cambiare: butteresti mai, di proposito, in piscina una persona che ha paura dell’acqua? In occasione di una festa in estate possono essere previsti scherzi di quel tipo ma se sai che la sua paura gli genera attacchi di panico o altro tipo di eventi spiacevoli, tu che faresti? “Lui è uguale a me perciò gli faccio lo stesso scherzo”?

        Noi non lo faremmo: puoi anche non chiamarlo “idrofobico” o qualunque sia il termine “tecnico” indicante la paura dell’acqua. Ma lui quella paura ce l’ha lo stesso e tenerne conto fa parte del rispetto che porti per quella persona; gli puoi fare lo scherzo di buttargli addosso la farina, oppure può anche capitare che .uno non ti dica di aver paura dell’acqua e lo butti in piscina trovandoti poi a dover gestire uno scenario imprevisto…

        Adesso ti parlo a titolo personale (sono Alessandro “gifter”): la mamma di mio marito è -anzi era- sierofobica; l’HIV la terrorizzava non ti dico il casino quando ha scoperto che suo figlio stava con me; io non ho voluto nascondere il mio status perché ho sempre voluto affrontare eventuali problemi per quello che sono.

        Bene. In sette anni lei ha superato il terrore che aveva di vederci anche scambiarci un bacio o un abbraccio ma, le è rimasta la fobia del SANGUE. Cosa dovrei farle? Se in sette anni questa non l’ha superata vuol dire che è una sua paura viscerale e non è una colpa! Semplicemente lo so e quando sono da lei evito di avere oggetti taglienti a portata di mano e coi coltelli faccio doppia attenzione.

        Però lei non è “la sierofobica” è Giovanna e le voglio bene quanto ne voglio a mia madre. Ci scontriamo anche ma se alcuni pregiudizi venivano dalla scarsa conoscenza poi abbiamo imparato a conoscerci e amarci per come siamo. Tutto il resto non esiste ma almeno “identificare” la sua paura mi ha permesso di non condannarla più e anzi capire come conviverci.

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      19. “la parola usata” come dici tu, non è usata contro la persona ma per definire LE DOMANDE dell’app! “scrivi una lettera a te stesso a 100 anni” la definiamo una domanda “psicoblog” vale a dire troppo introspettiva che richiederebbe uno sforzo mentale enorme, fuori dalla nostra portata e dall’indirizzo che abbiamo voluto dare al nostro blog.

        Come se avessimo detto “no, passiamo oltre, non rispondiamo alla domanda sulla ricetta delle lasagne perché il blog di cucina non è il nostro genere”… Poi nulla ci vieta di andare a leggere quelle degli altri, imparare a fare le lasagne, eventualmente farci la variante e integrarla nei commenti alla ricetta originale.

        Di fatto tra noi è successo un semplice equivoco. Come se noi ti avessimo detto “non cantiamo ‘la mia storia tra le dita’ di Grignani alla sagra della porchetta, è troppo triste!” E tu ci dicessi “come! State giudicando Gianluca! Non vi permettete!!!”

        Assolutamente nessun giudizio verso di lui: in tal caso stiamo solo valutando che una canzone sulla fine di una storia d’amore non sia idonea a una sagra dove si mangia si beve e si balla. Questo indipendentemente dal perché e per come Gianluca Grignani abbia scritto quel pezzo. Resta sempre una canzone meravigliosa che canteremo un’altra volta!

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      20. Ci spieghiamo subito: lei parlava del fatto che per un motivo o l’altro non riuscisse a pubblicare tutti i giorni.

        E noi rispondevamo “guarda anche per noi è così, non pubblichiamo quotidianamente anche se l’applicazione ogni giorno ci fa le domande. Se troviamo roba (DOMANDE NELL’APP) tipo scrivi a te stesso o di te stesso, non sono alla nostra portata quindi passiamo oltre”.

        Il messaggio per lei era “non preoccuparti siamo blogger siamo tutti nella stessa barca e nessuno ci deve far sentire obbligati ad avere un ritmo di pubblicazione”.

        Purtroppo spesso e volentieri il mondo ci vuole perfetti, performanti, sempre sul pezzo e le domande dell’app, sebbene a volte ce ne siano di simpatiche, tendono a seguire quella direzione; anche i corsi di scrittura ci raccomandano di farci una routine predisponendo tot tempo al giorno, tutti i giorni possibilmente alla stessa ora, dedicato a scrivere – alcuni perfino ti dicono “datti un numero di pagine da scrivere in tot tempo”. Manco fosse un farmaco dio strabono!!!

        Ma come fai? Specie quando la tua vita è piena di eventi più o meno dolorosi che te la sconvolgono? Difatti la pubblicazione quotidiana dovrebbe essere un consiglio, non un obbligo. Peccato che però spesso le piattaforme (WordPress compreso) se uno pubblica poco, tendono a penalizzarlo e tutto ciò è odioso.

        Una filosofia del genere va bene per chi sfrutta i blog come strumento lavorativo ma per chi come noi lo usa nel tempo libero, tali vincoli giornalieri diventano superflui.

        E i lettori? Non dobbiamo sentirci in colpa o in difetto nei loro confronti se per giorni non pubblichiamo; non stiamo offrendo un servizio, niente è dovuto a nessuno. Quindi vale assolutamente la pena prenderci il nostro tempo per noi e bloggare quando (e se) ci va: blog nostri, temi nostri, ritmi nostri.

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      21. Leggo solo ora, avevo buone intenzioni, ma francamente vi trovo, senza offesa, troppo cervellotici per i miei gusti.
        Non trovate assurdo che per un titolo, semplicemente un titolo, si sia scatenato tutto questo polverone?
        In buona sostanza, senza andare troppo per le lunghe, perché mi sono davvero stancata, non ho intenzione di andare oltre.
        Ognuno per la sua strada e BUONA VITA!

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      22. Ognuno per la propria strada, sì, ma sappiate entrambe che da parte nostra non c’è stata MAI alcuna intenzione di essere irrispettosi o maleducati nei vostri confronti. In coscienza, abbiamo fatto il possibile per chiarire l’equivoco, per noi è risolto e stop.

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      23. Sì, avete fatto di tutto per chiarire l’equivoco, di questo vi do atto, ma non condivido e credo di averne il diritto. Non ce l’avete con me ed io non ce l’ho con voi, non mi piace però tutto il polverone che avete smosso. Siamo diversi, la diversità è ricchezza, vi auguro tante belle cose sinceramente, ma proseguo per la mia strada. Stop. Offendo, non offendo, chiarisco, rispondo ad una domanda. Trovo tutto davvero discutibile. Rientra nella mia libertà esprimerlo, finora vi siete ampiamente espressi. Vi saluto.

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  2. tranquilla Valeria, capiamo la tua assenza, in questi momenti non facili per te gestire tutto diventa davvero difficile, ma col cuore siamo lì con te, a pregare per la tua mamma, affinchè possiate di nuovo abbracciarvi nella vita di tutti i giorni. Un carissimo abbraccio per te, possa il mio affetto alleviare il tuo dolore e la stanchezza che ti avvolge…🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗👍👍👍😊😊😉😉😉😉❤❤❤❤❤❤

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    1. Grazie infinite carissimo Massimo, il tuo affetto mi arriva forte e chiaro, spero ti giunga anche il mio! Sono davvero molto stanca, diciamo pure sfinita! 🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗❤❤❤❤❤❤😉😉😉😉👍👋

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    1. Sì, Moon, so che mi capisci, tu poi, da quanto ho capito te ne occupi da sola di tuo padre, non puoi contare su tua sorella. Mio fratello ed io collaboriamo, nonostante il suo carattere sia improponibile! Ti ringrazio e ti abbraccio

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    1. Forza Valy lo stress forte sconquassa …Ci si sente sballottati .
      Fai quello che è prioritario poi quello che ti aiuta a riprenderti .
      Scrivere per abitudine va bene quando si può.
      Coraggio e speriamo bene per la tua mamma . Noi ti aspettiamo senza l’acqua alla gola … Con tanto bene ❣️❣️❣️

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  3. Ciao Valy a prescindere che la penso esattamente come Paola e anch’io non ho parole… Tu passa oltre a questi commenti!!! Per il resto cone ti ho detto ieri sei oramai esausta e soprattutto la sei emotivamente con tutta la preoccupazione che hai per tua mamma, ed è comprensibile al tuo posto lo saremo tutti. Per quanto possa essere poco ti mando un abbraccio forte d’incoraggiamento, non mollare e ricorda invece che stai dando e facendo tanto per le persone che ami e ogni volta che ti senti frustrata perché ti sembra che non stai facendo abbastanza rammenta che questi brutti pensieri ti vengono soltanto causa la stanchezza che hai accumulato. Non preoccuparti se non hai il tempo di passare a leggerci ci mancherebbe che in tutto questo stress ti rammarichi anche per noi. Un affettuoso abbraccio 🥰😘

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    1. Carissima Giusy,
      sei una persona splendida e lo penso da moltissimo tempo ormai, da quando ho imparato a conoscerti. Sei delicata, dolce, sensibile, hai sempre una parola buona per tutti. Certi commenti feriscono perché le persone che li scrivono sono minuscole. Passo oltre, se ne sono dette molte sul mio conto. Non si può piacere a tutti. Mi interessa di piacere a chi mi rispetta per quella che sono. Il tuo abbraccio di incoraggiamento non è poco, è tantissimo. Da te mi arrivano e mi sono sempre arrivate cose belle, ti ringrazio di vero cuore ❤️ e sono felice di averti incontrata. Io, se leggo qualcosa che non mi piace, vado oltre. Non scrivo che non mi piace. C’è stato addirittura un certo individuo che mi ha dato della donna di facili costumi e che ha scritto basta con questa manfrina. Ovviamente ha scritto proprio quella parola. Ormai non mi meraviglio più di nulla.
      Sei una persona davvero speciale e sai che penso che tu e Paola siate davvero fantastiche.
      Ti abbraccio affettuosamente e ti auguro una buona giornata, uno splendido venerdì! ♥️♥️♥️♥️

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      1. Grazie Valy io sono spontanea anche troppo alle volte è questo jella vita mi ha creato non pochi danni ma nonostante, n9n so essere diversa da quella che sono (spontanea) sia nel bene che nel male. Non ti curare di certi elementi è capitato anche a me solo che io era neanche 7n anni che ero su Wp lì per lì ci rimasi malissimo ma poi ho dati una bella scrollata di spalle e ho continuato a scrivere degli argomenti che ritengo a mio modesto parere di trattare più importanti meno importanti se non adfirittura futili. Tante persone hanno dei problemi mentali e senza fare commenti impropri sarebbe assai più utile che non leggessero i post che jon gli piacciono o addirittura di jon seguire i blog che non rispecchiano le loro aspettative. Un doppio abbraccio e bacio 🥰🥰😘😘

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      2. Fai benissimo ad essere spontanea, cara Giusy. Credo che ognuno abbia il diritto di esserlo. Assurdo che ci si debba giustificare per quello che si scrive. Il bello è che dicono che io ho frainteso. A me non interessa. Semplicemente non trovo carino trovare commenti di questo genere, in un momento simile poi. Grazie di cuore ❤️ un doppio abbraccio e bacio a te 🥰🥰😘😘

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  4. Mi dispiace tanto per tua mamma ed anche per te per il dolore che immagino stia provando. Non preoccuparti per il blog, ma ci mancherebbe. Cerca di riposarti e pensa un pò anche a te stessa. Un abbraccio forte 😊🥰🤗😘

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  5. E’ un momento difficile che stai attraversando e che merita tutta la tua attenzione. Valy, non posso fare altro che inviarti un abbraccio fortissimo con la speranza che la tua mamma si riprenda presto e possa tornare a casa senza aver subito conseguenze. Forza Valy non mollare!!!!

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    1. Grazie infinite, cara Sabri. Ce la sto mettendo tutta, a volte penso che non sto facendo niente, vorrei fare di più. Altre volte, invece, sono stravolta. Mi auguro che non la dimettano senza farle fare riabilitazione, sarebbe un vero disastro. Non mollo, grazie davvero Sabri, ti abbraccio forte forte 🧡

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      1. Tu stai facendo tantissimo anche solo perché ci sei. La tua mamma lo sa e vedrai che si rimetterà in sesto. Sulla riabilitazione credo ci siano strutture apposta dove la porteranno una volta dimessa. Almeno qui da me è così. È una situazione difficile, estenuante ma non cedere. Fallo per la tua mamma e per il tuo papà che hanno bisogno di te. Un abbraccio forte 😘❤️

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  6. Cara Valy, non sentirti in colpa se non riesci ad essere presente come vorresti. Adesso la tua famiglia ha bisogno di te e tu hai bisogno di loro… e poi noi sentiamo sempre il tuo affetto e la tua presenza. Sei una persona amorevole e l’affetto non svanisce. Mai. Ti abbraccio forte e resta come sei, la persona dolce e premurosa che sei. 😍😍

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    1. Grazie infinite, mia carissima Alice, che bello che tu ci sia sempre per me ed io scelgo e desidero di esserci sempre per te! Felicissima di averti incontrata e che tu sia nella mia vita! Ti abbraccio con tantissimo affetto! 😍😍

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  7. Sister non ti devi preoccupare se non riesci ad essere presente come vorresti. In questo momento il tuo pensiero è giustamente per la tua mamma, alla sua salute e alla sua ripresa, con il grande augurio che possa tornare presto a casa e che possiate avere nuovamente tanti momenti felici da vivere insieme. Ti mando un abbraccio affettuosissimo Sister e abbi cura di te. 🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖

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    1. Grazie infinite Sister, sei un tesoro come sempre. Tu come stai? Ti abbraccio forte con tantissimo affetto! 🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖

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      1. Purtroppo ancora molto molto stanca nonostante la nuova cura ma ormai c’ho fatto l’abitudine e m’incoraggio ripetendomi che questi strascichi non dureranno per sempre. Nel frattempo non smetto di sorridere e di tenere alto l’umore e anche solo la preparazione di qualche dolce è un momento di felicità perché sto facendo qualcosa in cui ci metto tanta passione. Un altro abbraccio affettuosissimo a te Sister e buon sabato sera! 🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓

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      2. Sei fantastica, fai benissimo, cara Sister, passerà. Tutto passa prima o poi. Un abbraccio forte, buon sabato sera! 🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓

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      3. Ben detto Sister, tutto passa prima o poi, 👍.
        Un abbraccio forte anche a te e buona domenica! 🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗🤗😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰🥰😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊😊💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💖💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓

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  8. Tardissimo abbiamo fatto a forza di discutere in due in audioconferenza per capire cosa fosse successo e per quale ragione ci avete detto “giudici”… Sono le quattro di mattina e non ce ne andiamo fin che non abbiamo risolto. Quindi…

    Ragazze, un attimo: nessun “giudice” nessun “tribunale” noi tutto siamo, ma non dei i blogger che vogliono stabilire cosa i colleghi possano scrivere o meno: è stata tutta una catena di equivoci, dove uno ha generato l’altro, partita da una nostra frase. Questa.

    Poi WP ci mette pure il daily prompt in home page ma lo psicoblog non è il nostro genere e quando troviamo roba “scrivi a te stesso” o “di te stesso” passiamo oltre!!!

    Dannazione a noi, che abbiamo dato per scontato che voi sapeste di cosa stessimo parlando con “dailyprompt in homepage”!

    valy71, per te: quando abbiamo scritto nell’altro post la storia famosa sugli animali che sporcano, NON AVEVAMO CAPITO che ci eri già rimasta male la sera prima, e col “liberissimi di passare oltre” abbiamo dato per scontato tu avessi chiaro che fosse riferito a questo “dailyprompt” di cui, ancora una volta, abbiamo ritenuto sottinteso che tu sapessi. Invece tu già in quel momento avevi inteso “questi qua vogliono sentenziare su come devo scrivere”. A parti inverse ci saremmo stati male pure noi, perché nessuno si deve permettere di stabilire cosa un altro deve o non deve pubblicare sul _proprio_ blog. Forse non hai fatto caso alla storia del dailyprompt? Non importa, adesso ci siamo chiariti.

    Lowprofile, per te: ci hai chiesto del termine “psicoblog” e non “dailyprompt” pertanto anche con te abbiamo dato per scontato sapessi di cosa parlavamo, e solo leggendo i commenti successivi coi riferimenti ai tribunali abbiamo capito quale dannato equivoco abbiamo generato e tutto per aver scritto una frase con dei termini tecnici SENZA spiegarli.

    Questo è un difetto di noi lavoratori dell’informatica e del web, usare paroloni presumendo che gli altri li capiscano al volo; un errore comune molto duro da eradicare. Gli scienziati elimineranno definitivamente il virus HIV dal pianeta Terra, prima che un informatico capisca di tenersi i paroloni per sé e parlare come mangia! E scusateci per la doppia auto-ironia. Siamo pronti a scommetterci tutti e due.

    Ma che cazz’è ‘sto dailyprompt?

    In pratica da un po’ di mesi, sull’applicazione WordPress e JetPack per cellulare e tablet, sotto “crea” o nella pagina iniziale, c’è una domanda che ogni giorno cambia. In italiano “richieste” in inglese “dailyprompt”.

    Servono a motivare e ispirare i blogger nella stesura quotidiana dei post, e le domande sono più o meno personali/introspettive:

    – cosa ti annoia?

    – cosa ti rende ansioso?

    – quali domande odi ti vengano poste?

    – scrivi una lettera a te stesso a 100 anni.

    – Quali sono le tue scarpe preferite?

    …E avanti.

    Sulla bacheca del blog da computer, o da Chrome sul telefono, non l’abbiamo vista e ce l’abbiamo solo nell’app per ora. Quindi probabilmente questa è la ragione per cui non avete avuto l’opportunità di inquadrare subito di cosa stessimo parlando.

    E quindi, il “se vediamo roba scrivi a te stesso o di te stesso passiamo oltre”… Non si riferiva ai vostri blog e articoli, ma a queste cacchio di domande che ci arrivano quotidianamente nell’applicazione!

    Potremmo disabilitare la funzione, sì, ma ogni tanto ce ne arriva qualcuna che effettivamente ci ispira.

    Ma se troviamo qualche domanda “da psicoblog” (che vuole andarci a scavare nella mente) tipo “scrivi una lettera a te a 100 anni”, “credi nell’amore” “a quale animale ti paragoneresti” e simili… i post introspettivi (“psicoblog”) non sono il nostro genere di scrittura perché non ci piace troppo parlare di noi stessi allora sapete che facciamo? Di fronte a quelle domande lì passiamo oltre! E aspettiamo a vedere cosa arriva il giorno dopo, cioè, a mezzanotte.

    Figuriamoci se saremmo così maleducati da andare in un post di un blog a dirgli che non ci piace!!! Intanto al blogger in questione fregherebbe meno di zero. E idem al resto del mondo!

    Le spiegazioni sul daily prompt, sono disponibili eventualmente sul supporto wp:

    https://wordpress.com/support/writing-prompts/

    basta selezionare la lingua italiana per leggere la spiegazione.
    Ce ne andiamo e speriamo di aver chiarito definitivamente.

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