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Osservo una ragazza sulla spiaggia e dalla sua espressione provo ad immaginare che pensieri abbia.
Il mio primo istinto è stato di sorriderle, non mi sembra particolarmente contenta. Non che sia triste, non credo almeno.
Si potrebbe dire che siano questi i pensieri al tempo del Covid.
Le farà piacere scambiare due chiacchiere o è meglio tenere al sicuro la lingua, in territori più conosciuti?
Fino a quando avremo questi distanziamenti ben impressi in testa, potremo salvaguardarci, ma mi domando, se poi un giorno, saremo di nuovo capaci di aggregarci e relazionarci. Di sicuro, non dimenticheremo facilmente queste distanze imposte, necessarie sicuramente, ma che incidono fortemente sulla nostra psiche.
I ragazzi sono sempre in modalità panino in mano e cellulare rigorosamente nell’altra, digitano agevolmente mentre mangiano, preme loro più la messaggistica che la pancia! Allora questo significa che la voglia di comunicare non ci manca, ma la tecnologia è una cosa, le relazioni umane sono ben altro.
E’ comprensibile che i ragazzi si muovano diversamente, io ero diversa, ma ho vissuto in un altro mondo rispetto a loro, la diversità è ricchezza. Questa però è solo una delle tante cose che si imparano con il tempo e con l’esperienza.
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