In questo periodo mi capita di essere più riflessiva del solito, non che generalmente sia una che pensa poco. Mi piacerebbe riuscire a svuotare la mente, ma la trovo sempre piena di pensieri, non sempre è una cosa buona, specialmente di questi tempi.
Prima riuscivo ad essere sempre felice, partivo dal cominciare ad apprezzare le piccole cose, quelle che in realtà hanno un grandissimo valore e, se anche non era tutto perfetto, nella vita non lo è mai, riuscivo quasi sempre a trovare una valvola di sfogo o un pensiero positivo di salvataggio, che mi dava la forza di andare avanti serenamente.
Ora ho la sensazione di lasciarmi vivere, di andare avanti per forza di inerzia, mi sento come se tutti avessero una vita, tutti tranne me. Non mi sono mai misurata con l’esistenza degli altri, credo sia la cosa più sbagliata che si possa fare. Ognuno di noi ha un suo cammino, una sua strada da percorrere e mi piacerebbe avere la forza di riuscire a fare tante cose, poi mi scontro con la mia inadeguatezza, con la sensazione di avere poche forze, anche se mi rendo conto che non è così. Spesso queste sensazioni sono illusorie, completamente distanti dalla realtà.
Ieri mentre guidavo, rifletto sempre, anche mentre guido; pensavo alla felicità, al modo per farla stare con me in modo durevole, come succedeva anche prima, a prescindere da quelli che potessero essere i problemi e le difficoltà che stavo affrontando. Non penso affatto di poter essere felice in assenza di problemi, anzi è spesso proprio il superamento delle difficoltà che ci regala tanta gioia, la crisi genera forza, se sappiamo adeguatamente mettere a frutto la possibilità. Insomma pensavo alla felicità come ad un qualcosa di tangibile, da poter rinchiudere in una cassaforte o mettere da parte come un oggetto prezioso, però la felicità è volatile e non è un oggetto, è uno stato d’animo, un modo di vedere o sentire. Quel che possiamo trattenere è il ricordo di come ci ha fatto sentire, non esiste una gabbia dorata dove rinchiuderla, certo che se desideriamo tanto provare ad essere diversi, in qualche modo lo siamo già.