Ci lamentiamo tanto per il Natale mancato, per le restrizioni, peraltro necessarie, sempre tenendo conto del fatto che pesano a tutti. Siamo tutti soli, chi più, chi meno, ma lo siamo per la mancanza di cura nei confronti del prossimo. Tanti i fattori che pesano, sembra che la paura, in primo luogo, ci porti ad essere diffidenti del prossimo, a volte in maniera velata, ma ognuno di noi rappresenta un’oscura minaccia al nostro benessere, alla nostra salute, può porre bruscamente e repentinamente un freno all’esercizio della nostra libertà. Tutto questo è maledettamente pesante, ma almeno tra noi amici dovrebbe essere tutto diverso, lo siamo davvero amici o credevamo piuttosto di esserlo?
Certo la solitudine non è dovuta soltanto al Covid, siamo ostili ogni volta che non accogliamo il prossimo, per che cosa poi?
Il punto è forse proprio questo, che quando c’è un interesse economico di mezzo, non c’è un’amicizia in senso stretto, c’è un interesse a proseguire un rapporto, che dovrebbe essere il più proficuo possibile.
Non c’è cura, non c’è la voglia di ascoltare i problemi e accogliere la solitudine dell’altro.
I rapporti non sono sempre duraturi, a volte durano per sempre, altre volte sono destinati a finire e finiscono anche male, come facciamo a meravigliarci che poi ci sentiamo sempre più soli?
Io non penso proprio di essere perfetta, anzi, l’ansia da perfezionismo mi ha condizionata per tutta la vita, ho sempre cercato di dare agli altri il meglio di me stessa, poi ti rendi conto, tristemente, che agli altri non importa proprio niente di quello che dici, l’importante è che tu continui a portare a loro il prezzo della tua lealtà.
Non sono affatto queste le condizioni per poter costruire nulla.
Che tristezza, che freddo che provo in fondo all’anima.
Valeria D’Andrea