Penso a quanto io sia felice, sono davvero carica e piena di energie, era da tanto che non mi sentivo così bene, davvero soddisfatta di me stessa e di tutte le cose che riesco a fare ogni giorno.
La mattina mi alzo, felice di cominciare la giornata, mi sento piena di entusiasmo, mi domando proprio che cosa si possa desiderare di più. Adoro questo circolo virtuoso e spero che duri il più a lungo possibile, certamente farò del mio meglio perché questo stato di grazia continui. Ogni giorno ho tantissimi contatti umani, mi sento davvero immersa negli altri come se mi trovassi in una piscina, fantastica, piena di acqua magica e rigenerante, come alle Terme di Ischia, è da un po’ di tempo che non ci andiamo. Ad Ischia, si mangia, si beve e si fischia, mio zio Antonio si premurò di sapere se si facesse anche altro, certo zio carissimo, adesso te la stai spassando in Paradiso, chissà se anche lì fumi o hai smesso definitivamente di fumare.
Sei stato un punto fermo nella mia vita, una persona speciale, hai lasciato un segno indelebile e un grandissimo vuoto nelle nostre vite, con te se n’è andata una grossa porzione della nostra famiglia, che un tempo era assai numerosa. Però per ogni cosa esiste una ragione e devo lasciarti andare via, anche se non è facile, per il tuo bene non posso trattenerti. Amo conservare nel mio cuore i ricordi più belli, che Dio ti benedica e ti accompagni nel tuo viaggio senza ritorno, ora non provi più dolore. Sei vicino a tutti noi, che la terra ti sia lieve.
Ricordo le risate che ci facevamo insieme, mi è rimasto particolarmente impresso quando mi raccontasti che eri stato al Carnevale di Venezia, faceva un freddo cane e un tipo improbabile indossava una calzamaglia leggera e faceva la farfalla, tu che sei stato sempre originale e colorito, dicesti che lo avresti inchiodato sulla parete con tanto di calzamaglia in allegato. Poi le frasi che pronunciavi, il tuo modo unico di parlare, ma avevi un gran cuore, sei stato capace di gesti di grande generosità. Ricordo che un giorno ero sul trenino per andare a Fidene a lavorare e ti vidi, cercai di chiamarti, ma eri lontano. Indossavi il tuo rennino e avevi sempre una sigaretta a farti compagnia, una brutta compagnia invero. Ma chi lo sa quali sono i piani che il buon Dio ha in serbo per noi. Spesso, per non dire sempre, i Tuoi disegni sono imperscrutabili.
Chissà se hai incontrato mio zio Francesco, lui ha avuto una vita tormentata, ma è stato un grande, lui che sosteneva che i suoi fratelli fossero altissimi, ma è stato capace di essere autenticamente felice e non era facile nel suo quotidiano vivere. Sognava di fare grandi cose e le ha fatte tutte, gli brillavano gli occhi di felicità, ricordo che la domenica prendeva diversi autobus per venire a trovarci, poi la sera lo accompagnavamo noi e gli volevano bene tutti, dovevi essere proprio scemo per non amarlo, purtroppo il mondo è popolato di tipi assai variegati e variopinti. Ti ricordi quella sera che siamo andati al cinema? Siamo stati fortunati perché incontrai un mio amico e ci fece passare, vedemmo il film gratis. Fu una giornata magica, tornai a casa sorridendo, si era fatta sera ormai, ma avevo in testa il mio cappello di paglia, era una sera estiva, sembrano trascorsi così tanti anni ormai, in effetti è così, ma rivedo il film della nostra vita, la pellicola è chiara e scandita. Fu Fabio, il mio migliore amico a presentarmi Mimmo, che ci regalò quel lasciapassare.
Un tipo molto simpatico e originale, lavorava al cinema Paris, ahimè lo hanno chiuso, ma che peccato. Quella sera c’erano delle ragazze giapponesi o erano cinesi? Non ricordo bene, la qual cosa è piuttosto insolita per me, con la mia memoria smisurata, nondimeno propendo per la prima ipotesi. Dovevano andare alla stazione Termini e avevano bisogno di un taxi. Fabio prontamente si offrì di accompagnarle con la sua Fiesta rossa, quella che ti tenta tre volte tanto, povero, non riusciva a dimagrire, sfido io, o aveva già la Focus? Ma no, era la Fiesta, naturalmente mi coinvolse nella sua missione e loro parlavano allegramente nella loro lingua, chissà che caspita stessero dicendo, io avevo una paura terribile che potessero essere armate, non si sa mai, ma andò tutto liscio e una di loro diede a Fabio cinquantamila lire, mi viene ancora da ridere, quante zingarate abbiamo combinato insieme, mio sempre caro amico di scorribande e di merende, di risate, di avventure, quelle sì che erano fantastiche, favolose giornate. Grazie Fabio, ti voglio tanto bene.